CAMPUS SPORTIVO ESTIVO PARALIMPICO


PICCOLI CAMPIONI: Il progetto si propone di dare la possibilità a tutti di vivere lo sport come ognuno desidera, insieme ai normodotati, con gli obiettivi comuni, ovvero: crescere, divertirsi, essere motivati praticando con divertimento un’attività particolarmente benefica.

Il bambino sviluppa il suo apprendimento in buona parte attraverso il gioco, poiché attraverso di esso impara a distinguere le forme, a riconoscere le dimensioni, i pesi, i colori, a manipolare gli oggetti e a valutare lo sforzo necessario ad ottenere il risultato voluto. Con la palla spinge, tira, schiaccia, la butta sopra, sotto, in alto, in basso, la mette dentro, fuori imparando gradualmente ad adoperare le cose (le costruzioni diventano castelli, macchine, cane, gatto, pecora, ecc.). Questo stadio del gioco fa parte dell’attività funzionale che gli permette di sperimentare il Sé ed il mondo esterno. L’ atto motorio è, a fondamento, lo strumento indispensabile per la conoscenza di sé, dell’altro e dell’ambiente ed è il riflesso di una nuova vita psichica.

 

A partire dai 4 anni “gli altri” fanno intervenire nuovi elementi: il desiderio di fare come i grandi, la ricerca di un pubblico, la ricerca del successo. Al tempo stesso compaiono dei regolamenti e delle norme convenzionali che terranno un posto predominante nel gioco a partire dai 7 anni. Attraverso il gioco il bambino è posto nella condizione di poter dominare la realtà e non esserne soggiogato. Anche il bambino con problemi ha necessità di giocare.

 

Date le sue difficoltà motorie, di equilibrio, di coordinazione occhio-mano, a volte di vista e di udito, di relazione, egli ha bisogno di molto aiuto; i suoi progressi sono lenti, la sua capacità di concentrazione, di memoria sono spesso di breve durata e bisogna spesso aiutarlo, incoraggiarlo. L’attività motoria e sportiva sono l’esaltazione delle sue capacità e di ciò che sa fare, in un mondo che sempre gli ricorda ciò che non è in grado di essere e ciò che gli “manca”.

 

Lo sport con le sue diverse espressioni diventa un ottimo veicolo per esperienze ricche di informazioni, possibilità, piaceri, fascino, stimoli alla fantasia. Ricorrere a spazi mentali diversi da quelli reali consente al bambino di avventurarsi in situazioni nelle quali è più facile osare, scegliere, perché costituiscono un mondo che genera più sicurezza ed incoraggia a non aver paura di sbagliare (A.Oliverio Ferraris, 1996) e permettono al bambino di apprendere, divertirsi, socializzare, misurarsi con se stesso e con gli altri. Anche la competizione riveste un ruolo, è sempre stimolante e restituisce autostima.

 

La scelta, è quella di dare la possibilità a tutti di vivere lo sport come ognuno desidera, insieme ai normodotati, con gli obiettivi comuni di crescere, divertirsi, praticando con alta motivazione e divertimento, un’attività particolarmente benefica, fare eventualmente delle gare, vivere le relazioni nell’autenticità e nell’accoglienza di ciò che siamo, dare sempre il meglio di noi stessi, giorno per giorno nell’aiuto reciproco, nella scoperta delle possibilità e nell’accettazione dei limiti; la base di partenza è la collaborazione professionale e personale, ognuno con le proprie specifiche competenze, e la scelta di obiettivi condivisibili.

 

Questa voglia di vivere è propria di chi non percepisce il disagio come un limite insormontabile e che, consapevole delle differenze, si sente comunque una persona. Non si possono dimenticare gli enormi sforzi che il bambino compie anche solo per spostarsi o mantenere una posizione, compiti spesso complessi che si cerca sempre di adattare al suo limite e allo scopo; egli partecipa alle attività con tentativi ed errori, emotivamente e cognitivamente, e solo quelle gratificanti, i successi, fanno nascere il desiderio di ripeterle e di rimuovere quanto ha portato a risultati negativi.

 

La proposta è di attuare questo progetto nella nostra regione, l’Abruzzo, facendo fare esperienza sportiva a circa 10 bimbi, da 4 a 10 anni, con disabilità fisica, intellettiva, sensoriale sotto la guida di istruttori federali ed atleti paralimpici, come Ardesio Cippo e Pier Paolo Addesi.

 

Come: si proporranno attività inerenti gli sport paralimpici presenti in regione partendo dal nuoto insieme ad altre federazioni: atletica, pallavolo, tennis (FINP e FISDIR)

 

Gli obiettivi sono, oltre quelli già evidenziati nell’introduzione, di:

  • far conoscere il mondo paralimpico, le sue molteplici espressioni e possibilità; 
  • dare spazi espressivi a nuovi “futuri campioni”; 
  • stimolare curiosità e favorire interazione col mondo parolimpico; 
  • suscitare nelle società sportive la voglia di sperimentarsi nel mondo paralimpico 
  • collaborare con gli enti che si occupano di sport nella nostra regione.

 


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